Crisi di pianto e nervosismo in gravidanza: sono normali?

Durante la gravidanza è molto comune sperimentare improvvisi cambi d'umore. Il fatto che sia normale non significa però che sia facile.

Diversamente da quella che è l’immagine tradizionale di una donna incinta, aspettare un figlio non significa essere sempre al settimo cielo, travolte da una gioia indescrivibile, o – altro luogo comune – vivere per nove mesi in uno stato di radiosa calma e serenità.

La gravidanza è un periodo particolarmente stressante non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello emotivo. I cosiddetti sbalzi d’umore possono essere frequenti e il ruolo degli ormoni, nel loro manifestarsi, è cruciale.

Capita però che le donne che si trovano a vivere delle emozioni negative come tristezza, rabbia o nervosismo pensino di essere “non normali”, si sentano in colpa o si vergognino dei propri sentimenti .

Sono incinta, dovrei essere felice! Cosa c’è di sbagliato in me?

Essere incinta è una sfida

Far crescere un piccolo essere umano dentro di sé implica una serie di cambiamenti biologici, psicologici e sociali/relazionali, ognuno dei quali rappresenta una sfida non indifferente per la donna.

La stanchezza

Ogni trimestre ha le sue difficoltà da superare, rappresentate da affaticamento, nausea, fame o mancanza di fame, sonno o mancanza di sonno, senza dimenticare un aumento del disagio verso la fine della gravidanza. È quindi del tutto normale che la futura mamma si senta più stanca, nervosa e si lasci andare più facilmente a momenti di collera o di tristezza.

Gli sbalzi ormonali

Come abbiamo già accennato, i cambiamenti ormonali favoriscono i cambiamenti d’umore, per cui può accadere che la donna sperimenti sia stati di grande gioia ed entusiasmo sia improvvise crisi di pianto. Molto dipende dalla sensibilità agli ormoni e, di solito, il modo in cui si vivono gli sbalzi ormonali del ciclo mestruale può dare un’idea di quello che potrebbe succedere durante la gravidanza.

Le preoccupazioni

Oltre a tutti i cambiamenti fisici e ormonali, entrano in gioco anche i fattori psicologici. La futura mamma può essere preoccupata per l’aumento di peso, per il dolore del travaglio o per il nuovo ruolo di madre che la attende, tanto per fare alcuni esempi.

L’equilibrio della coppia

In aggiunta, la gravidanza può influire anche sulla relazione con il proprio partner. Insieme ai cambiamenti del desiderio sessuale, la gravidanza può infatti aggiungere stress nella coppia. Il rapporto va in un certo senso “ri-negoziato”, perché si affronta un nuovo livello della relazione che richiede più impegno (e ancora di più ne richiederà con la nascita del bambino).

Ci sono tanti temi che vanno discussi: come faremo i genitori insieme? Come vogliamo (o non vogliamo) coinvolgere le nostre famiglie? Queste conversazioni possono essere difficili, poiché entrambe le parti avranno potrebbero avere punti di vista diversi.

In sintesi, visto il carico emotivo che una gravidanza porta con sé, non c’è da sorprendersi che una donna in attesa abbia un umore piuttosto “ballerino” durante i nove mesi!

Quindi è normale avere crisi di pianto e nervosismo in gravidanza?

La risposta è sì, purché siano episodi passeggeri e che non lasciano strascichi. Il fatto che siano normali non significa però che siano facili da affrontare.

È importante perciò imparare a comprendere il proprio umore e sapere che non si è le sole a provare questi sentimenti e che è giusto cercare di avere conforto e rassicurazione.

Le donne in gravidanza hanno bisogno di qualcuno che si preoccupi per loro e che capisca che cosa stanno passando.

E per chi non ne aveva sofferto nella prima gravidanza?

Come ricordiamo spesso, ogni gravidanza inoltre è diversa dalla altre. Quindi, se si sono sperimentati pochissimi sbalzi d’umore durante la prima gravidanza, non è detto che succeda altrettanto nella seconda o nella terza gravidanza (o viceversa).

Quando chiedere un sostegno psicologico?

Ogni mamma in attesa può beneficiare di un supporto psicologico durante la gravidanza. Questo aiuto, però, diventa fondamentale in caso di forte ansia o sintomi depressivi, come profonda tristezza o perdita di interesse nelle attività prima considerate piacevoli, per chi ha una storia di depressione o ansia alle spalle (o l’ha vissuta nella propria famiglia) e per chi ha avuto esperienze traumatiche, come abusi o aggressioni sessuali oppure abusi o abbandoni infantili.

Inoltre, ricevere un sostegno psicologico può essere importante anche per chi sta vivendo una relazione complicata o si sente socialmente isolata.

Quante sono le madri che vivono in solitudine la maternità?

Quante si trovano impreparate di fronte alle difficoltà della gravidanza e dell’accudimento di un figlio?

Il passaggio alla genitorialità è così travolgente che tutti potrebbero trarre beneficio dal parlare con un terapeuta. Quindi non fa mai male, indipendentemente dalle circostanze, entrare in contatto con un professionista della salute mentale che possa aiutarci a capire ed elaborare tutti questi cambiamenti.

Solitudine in gravidanza

Cercare aiuto

In Italia siamo poco organizzati per il sostegno psicologico della donna in gravidanza. Il Sistema Sanitario Nazionale offre gratuitamente un colloquio psicologico con finalità diagnostiche, quando la donna manifesta un disagio psicologico nel corso del training prenatale o durante l’assistenza post parto.

Un esempio di centro ambulatoriale che si occupa esclusivamente di disturbi psichiatrici comparsi durante la gravidanza e il post-partum è il Centro Psiche Donna, che si trova dal 2004 presso l’Ospedale Macedonio Melloni di Milano.

Vi segnaliamo inoltre i servizi di consulenza psicologica gratuita in gravidanza e maternità offerti da

e vi invitiamo a segnalarcene altri scrivendoci all’indirizzo redazione@periodofertile.it.

Ad oggi, quello che vediamo è che si tratta sempre di iniziative singole senza una coordinazione nazionale, di cui ci sarebbe davvero tanto bisogno per creare una rete capillare tramite Punti Nascita e consultori, per offrire sostegno alla donna o alla coppia nel vivere la gravidanza e nel passaggio alla genitorialità.

Troppe donne vivono male la gravidanza perché si sentono sole e incomprese. Troppe si prendono sulle spalle la responsabilità della gravidanza e genitorialità perché i compagni non partecipano attivamente nella condivisione del progetto, se non nella prima fase (concepimento). Troppe soccombono alle difficoltà, reali, delle prime settimane di maternità, perché sole nella gestione del bambino.

In ultimo, sarebbe opportuno smantellare il mito della gravidanza come “stato di grazia”che troppo spesso la società impone ancora alle donne. Riconoscere che l’attesa di un figlio è un momento complesso e normalizzare le emozioni negative è fondamentale perché le future madri possano accogliere ed esprimere queste emozioni senza vergognarsene o sentirsi in colpa.