Durante la gravidanza si hanno tantissimi dubbi, soprattutto se si tratta del primo figlio e se si è portate ad ascoltare l’opinione di tutte le persone che ci circondano.
In tema di alimentazione, una delle domande più gettonate è: “Si possono mangiare i funghi in gravidanza?”. Per rispondere, però, è necessario prima chiarire alcune cose.
Indice
Funghi non commestibili e commestibili
Innanzitutto, in natura esistono funghi non commestibili e funghi commestibili.
Funghi non commestibili
I funghi non commestibili non possono essere mangiati perché contengono tossine molto nocive per l’organismo umano. Alcune di queste tossine possono essere distrutte dalle alte temperature, quindi con la cottura, ma altre sono termoresistenti, per cui i funghi che le contengono restano velenosi anche da cotti.
Funghi commestibili
Per quanto riguarda invece i funghi commestibili, è importante sapere “come sono fatti”.
Erroneamente si tende a classificare i funghi come piante, ma essi costituiscono, nell’ambito degli esseri viventi, un regno a parte. Ciò che principalmente li contraddistingue è una sostanza non presente nelle piante ma solo nei funghi, ovvero la chitina (che costituisce la parete cellulare dei funghi, mentre nelle piante la parete cellulare è costituita da cellulosa).
Un primo dato importante, è che gli esseri umani non possiedono enzimi in grado di degradare questa sostanza. Pertanto, la chitina non può essere digerita dal nostro intestino.
Inoltre nei funghi sono presenti altre due sostanze, due zuccheri per essere precisi, ovvero il mannitolo e il trealosio.
Come accade per la chitina, il nostro organismo non possiede enzimi per digerire il mannitolo.
Per quanto riguarda il trealosio, invece, il nostro corpo produce un enzima deputato alla sua digestione, detto trealasi. In rari casi, per una mutazione genetica, è possibile che la trealasi non venga prodotta e pertanto il trealosio risulta indigeribile.
Cosa accade quando non possiamo digerire una sostanza?
Quando una sostanza è indigeribile, a livello intestinale si mettono in moto diversi meccanismi per eliminarla e molto spesso questi meccanismi comportano il richiamo di acqua nel lume intestinale, con conseguente diarrea (definita, in questo caso, osmotica).
Non è una reazione grave, è soprattutto una reazione di difesa per far sì che la sostanza incriminata lasci alla svelta il nostro organismo.
Il mannitolo stesso è utilizzato in ambito medico proprio come lassativo.
Quindi è vietato mangiare funghi in gravidanza?
No, non esiste un vero e proprio divieto di consumo di funghi in gravidanza, quanto, piuttosto, un invito alla prudenza.
Per evitare i problemi gastrointestinali derivanti dal consumo, principalmente, di chitina e mannitolo, basta non consumarne quantità eccessive, ma questa è una raccomandazione che viene fatta a chiunque, non solo alle donne in gravidanza.
Il rischio, ovviamente, è più legato al consumo di funghi tossici, in quanto le tossine non solo possono nuocere in modo grave alla mamma, ma possono attraversare la barriera placentare e intossicare anche il bambino.
Intossicazione da funghi in gravidanza: sintomi e cosa fare
I sintomi di intossicazione da funghi si dividono in due tipologie:
1. a breve latenza – compaiono in un periodo di tempo tra i 30 minuti e le 6 ore dopo l’ingestione. Comprendono una serie di sintomi, più o meno forti e violenti, da nausea, vomito e diarrea a disorientamento e convulsioni, a sudorazione, lacrimazione e difficoltà respiratorie, ma anche allucinazioni, complicazioni renali e anemia emolitica.
Alla comparsa dei primi disturbi, è importante recarsi immediatamente al pronto soccorso. Se presi in tempo, infatti, questi problemi possono essere risolti, pertanto sono considerati a basso rischio per la vita.
2. a lunga latenza – compaiono da 6 a 20 ore dopo l’ingestione. In parte i sintomi sono comuni al caso precedente, ma ripetuti nel tempo, quindi vomito e diarrea, convulsioni, e anemia emolitica. Nei casi più gravi si può arrivare a epatite o insufficienza renale.
A maggior ragione, alla comparsa dei primi malesseri è fondamentale recarsi subito al pronto soccorso. Questi sintomi sono infatti considerati ad alto rischio per la vita.
Come prevenire o curare un’intossicazione da funghi in gravidanza?
Non affidarsi a false credenze
Esistono in giro molte teorie senza alcun fondamento scientifico, da quella secondo la quale i funghi che crescono sui tronchi sono commestibili (non è vero) a quella per cui se sono già mangiati da parassiti allora non sono velenosi (ciò che è innocuo per altre specie animali o per altri organismi può essere velenoso per noi); così come non è assolutamente vero che dopo un’intossicazione da funghi bisogna bere latte.
Dopo un’intossicazione da funghi l’unica cosa da fare è andare al pronto soccorso nel più breve tempo possibile.
Seguire le raccomandazioni del Ministero della Salute
Il Ministero della Salute ha pubblicato, nel 2020, un opuscolo informativo sul consumo di funghi in sicurezza (in bibliografia), che riporta un dato interessante: al Centro Antiveleni di Milano (ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda) tra il 1998 e il 2019 sono arrivate 17.190 chiamate per intossicazione da funghi e la causa, nella maggior parte dei casi era aver mangiato funghi non controllati.
Anche per gli appassionati di raccolta funghi, è fondamentale che questi vengano controllati da un micologo certificato dell’ASL prima di essere mangiati. Inutile dire che naturalmente questa raccomandazione vale ancora di più se si è in gravidanza!
Il Ministero della Salute dà delle indicazioni generali per il consumo dei funghi, valide per tutti e per tutte le fasce d’età.
- Se proprio si vuole raccogliere un fungo, è opportuno portarlo in visione al Dipartimento di Prevenzione dell’ASL per l’identificazione ufficiale.
- Evitare di consumare funghi crudi.
- È sempre meglio comprare funghi confezionati.
- È preferibile cuocere i funghi senza coperchio e areando la cucina, così da favorire l’evaporazione di eventuali sostanze tossiche e il ricambio di aria.
- Se si intende congelarli, è opportuno sbollentare i funghi prima di metterli in freezer.
Naturalmente troverai chi si vanta di aver sempre mangiato funghi, anche raccolti per conto proprio, perché si ha un’esperienza secolare eccetera eccetera: lasciali parlare e affidati solo a esperti certificati!
Fonti
- Assisi F., I funghi: guida alla prevenzione delle intossicazioni. Più informazione, maggior sicurezza, 2020.
- Associazione Volontari Montefiascone, Intossicazione da funghi velenosi. [Ultimo accesso: dicembre 2023]