Un recente studio che utilizza la risonanza magnetica per valutare i movimenti del bambino in utero, ha rivelato che la biomeccanica dei calcetti fetali durante la gravidanza, aiuta lo sviluppo delle ossea del bambino e delle sue articolazioni.
I movimenti nel pancione sono davvero una sensazione meravigliosa e straordinaria. Stai portando una vita dentro di te, che cresce, sente, ascolta, si muove anche in risposta a degli stimoli che provengono dall’esterno.
Sono movimenti inizialmente poco percettibili, ma nel terzo trimestre sembra che il bambino stia seguendo un corso di arti marziali! E spesso durante la notte!
Riuscite comunque a dormire? Beate voi!!
I movimenti fetali nell’utero
Intorno alle 10 settimane di gravidanza, ancora nello stadio embrionale i bambini iniziano a piegare la testa e il collo, seguiti da oscillazioni di tutto il corpo, dai movimenti degli arti e dai movimenti del respiro intorno alle 15 settimane.
Questi primi movimenti di solito non sono rilevabili dalle mamme, anzi, durante la prima gravidanza molte donne non percepiscono alcun movimento prima delle 16-25 settimane di gravidanza.
Quello che si prova quando si sentono i primi movimenti nel pancione è indescrivibile, quello che si sperimenta dopo ore di calcetti durante la notte, magari verso la fine della gravidanza quando si è particolarmente stanche, è tutta un’altra storia. Quello che è certo è che quei calcetti una volta nato il bambino, mancheranno tantissimo.
Questi amorevoli ( e talvolta interminabili) calcetti più o meno forti, sono davvero importanti perché aiutano a scolpire muscoli, ossa e articolazioni.
Le immagini reali dei movimenti
Le mamme in dolce attesa riescono a riconoscere bene verso la fine della gravidanza, se si tratta di un calcetto o di un pugno sferrato verso stomaco o vescica.
Vedere realmente cosa succede all’interno del pancione quando i bambini si muovono, è una possibilità abbastanza recente, perché studiare in dettaglio i movimenti fetali è complicato e necessita di strumenti particolari.
Grazie alle misurazioni ottenute con la Risonanza Magnetica, i ricercatori sono riusciti a monitorare i calci fetali di una serie di gravidanze che hanno partecipato a uno studio condotto negli Stati Uniti.
I risultati, pubblicati sul Journal of Royal Society Interface, offrono informazioni davvero utili riguardo i calcetti fetali e spiegano perchè questi movimenti sono così importanti.
Stefaan Verbruggen, autore principale dello studio, bioingegnere presso la Columbia University di New York, insieme ai colleghi, ha analizzato i video dei calci fetali catturati grazie alle scansioni della risonanza magnetica. Queste scansioni, ottenute da diverse donne in gravidanza, hanno permesso di valutare i calcetti durante le 20, 25, 30 e 35 settimane di gravidanza. Ulteriori scansioni hanno fornito dettagli anatomici su ossa, articolazioni e dimensioni delle gambe.
Con sofisticati modelli matematici e computazionali, i ricercatori sono stati in grado di stimare i punti di forza dei calci, nonché gli effetti meccanici, come stress e stiramenti, che questi calci esercitano su ossa e articolazioni fetali.
La potenza dei calcetti
I calci aumentano e diventano più potenti tra le 20 e le 30 settimane di gravidanza. In questo frangente, i calci spostano la parete dell’utero in media di circa 11 millimetri. A 35 settimane invece, la forza del calcio diminuisce a e l’utero si muove di meno in risposta ad ogni calcio subito: in media solo di 4 millimetri.
Eppure, anche con questo apparente calo di forza, gli stress subiti dal feto durante i calci continuano ad aumentare, anche fino a 35 settimane.
L’aumento della pressione sulle ossa e sulle articolazioni delle gambe probabilmente, sempre secondo i ricercatori, aiuta il feto a crescere.
Precedenti lavori scientifici infatti, hanno dimostrato che gli effetti meccanici del movimento possono stimolare la crescita ossea, motivo per cui alle donne con osteoporosi vengono raccomandati esercizi con pesi o la camminata veloce.
L’importanza dei movimenti in utero
I risultati hanno dimostrato l’importanza dei giusti tipi di movimento fetale per la crescita dei bambini nel pancione.
I bambini nati prematuri possono avere disturbi articolari. È possibile quindi che la crescita ossea e la formazione e la funzionalità delle articolazioni subiscano effetti negativi quando i bambini finiscono di svilupparsi in un ambiente dominato dalla gravità, anziché dai confini elastici e stretti di un utero.
Anche la posizione nell’utero potrebbe avere un effetto sulla maturazione e funzionalità ossea. I bambini podalici, ad esempio, hanno un rischio maggiore di displasia dell’anca. Per tale motivo i ricercatori stanno ora esaminando la relazione tra movimenti fetali, stress scheletrico e tensione in questi gruppi specifici di bambini.
Le forze meccaniche in utero potrebbero avere ripercussioni di lunga durata. Si ritiene che uno sviluppo anomalo delle articolazioni aumenti il rischio di osteoartrite, il che significa che il modo in cui il bambino si muove nell’utero prima ancora di nascere può influire sulla sua salute molto più tardi nella vita.
C’è ancora molto da approfondire in questo campo prima di poter comprendere appieno gli effetti dei movimenti fetali, specialmente quelli in circostanze non ideali. Sicuramente si tratta di un campo estremamente affascinante che ha ancora tante informazioni da svelarci.
Fonte:
Stefaan W. Verbruggen, Bernhard Kainz, Susan C. Shelmerdine, Joseph V. Hajnal, Mary A. Rutherford, Owen J. Arthurs, Andrew T. M. Phillips and Niamh C. Nowlan, Stresses and strains on the human fetal skeleton during development J. R. Soc. Interface 15: 20170593.
http://dx.doi.org/10.1098/rsif.2017.0593