L’impianto, anche chiamato nidazione o annidamento, è il momento in cui l’ovulo fecondato si impianta nella parete uterina per dare inizio alla gravidanza. Ma dopo quanti giorni avviene dopo il concepimento e quali sono i sintomi più comuni? Vediamo insieme tutto ciò che occorre sapere su questa importante fase iniziale della gestazione.
Cos’è l’impianto e quanto dura?
Dopo la fecondazione, dall’unione tra ovulo e spermatozoo si forma una nuova cellula, lo zigote, che inizia un viaggio di circa 3-4 giorni attraverso la tuba di Falloppio per raggiungere l’utero.
Durante questo viaggio, lo zigote si divide in un numero sempre maggiore di cellule identiche, fino a diventare un ammasso cellulare che prende il nome di blastocisti e che darà origine all’embrione.
Uno o due giorni dopo aver raggiunto l’utero, la blastocisti non ha più riserve di energia per proseguire il suo sviluppo, e inizia quindi ad “attaccarsi” alla parete uterina, per ricevere il nutrimento necessario per continuare a crescere: comincia così la fase di impianto, che durerà circa 7 giorni.
Come avviene l’impianto?
Il processo di annidamento avviene sostanzialmente in 3 fasi, in cui la blastocisti:
- si appoggia alla parete interna dell’utero, che prende il nome di endometrio;
- si aggancia alla superficie, che in un determinato periodo del ciclo si modifica proprio per favorire la sua adesione;
- “scava” un nido all’interno dell’endometrio, che l’accoglierà e le fornirà l’ossigeno e il nutrimento necessario per proseguire nel suo sviluppo.
Quando avviene l’impianto?
L’annidamento della blastocisti inizia tra il 5° e il 7° giorno dopo l’ovulazione e si completa solitamente intorno al 13°-14° giorno dopo il concepimento.
Che cos’è la finestra di impianto?
La finestra di impianto è il breve periodo di tempo in cui l’endometrio presenta le condizioni ottimali per l’annidamento. In questa fase, infatti, la superficie interna dell’utero si modifica per permettere alla blastocisti di aderire più facilmente.
Questo intervallo di tempo dura pochi giorni ed è compreso tra il 5° e il 9° giorno dopo l’ovulazione (5-9 PO – Post Ovulazione).
Quali sono i sintomi dell’impianto?
L’annidamento è un processo molto delicato e accompagnato da pochissimi sintomi, che non compaiono in tutte le donne e che spesso non vengono notati o vengono confusi con la sindrome premestruale. Vediamo insieme quali sono i più comuni.
- Perdite da impianto: si tratta di un leggero sanguinamento che compare 10-14 giorni dopo il concepimento. Queste perdite vengono anche definite spotting e sono solitamente di colore rosato o marroncino. In rari casi, possono manifestarsi con un sanguinamento più abbondante, che può essere confuso con le mestruazioni, facendo pertanto ritardare il momento del test di gravidanza. È importante sottolineare che le perdite da impianto si verificano soltanto nel 30% delle donne gravide e che la loro assenza non significa che l’annidamento non sia andato a buon fine.
- Crampi uterini: solitamente l’impianto non è doloroso, ma può essere accompagnato da crampi o dolori addominali che spesso vengono interpretati come un normale sintomo premestruale.
In aggiunta, le donne che utilizzano il metodo della temperatura basale per favorire il concepimento (o a scopo contraccettivo), potrebbero osservare:
- un ulteriore aumento della temperatura basale (un secondo gradino dopo quello che avviene immediatamente dopo l’ovulazione) che si verifica 7-10 giorni dopo la conferma dell’ovulazione (7-10 PO).
- il cosiddetto calo da impianto, ossia una diminuzione evidente della temperatura basale che dura solo un solo giorno (o al massimo due) e che si registra circa 5-10 giorni dopo l’ovulazione (5-10 PO).
Quando inizia la produzione dell’ormone beta HCG?
La produzione dell’ormone della gravidanza inizia solo dopo l’impianto in utero. Il suo scopo è quello di stimolare il corpo luteo (ossia quello che resta del follicolo dopo l’espulsione dell’ovulo maturo) a produrre elevate quantità di progesterone, l’ormone che mantiene rilassata la parete uterina.
Quando fare il test di gravidanza?
I test di gravidanza funzionano rilevando la presenza di beta HCG nel sangue o nelle urine.
Un prelievo per dosare le beta HCG nel sangue può rilevare la gravidanza già a 6-7 giorni dal presunto concepimento.
Per eseguire i normali test di gravidanza casalinghi sulle urine, invece, sarebbe meglio attendere il primo giorno di ritardo delle mestruazioni, se la donna ha un ciclo regolare o conosce il momento dell’ovulazione.
E se il ciclo è irregolare? In questo caso, si consiglia di attendere qualche giorno in più o di ripetere il test da 4 a 10 giorni dopo, tenendo conto della durata media del ciclo mestruale.
Per un risultato più affidabile, inoltre, ricordiamo che i test di gravidanza casalinghi dovrebbero essere eseguiti al mattino appena alzate: la prima urina della giornata, infatti, è più concentrata e permette di individuare con maggiore sicurezza l’ormone beta HCG.
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