Durante la prima visita che una donna fa dopo aver fatto un test di gravidanza o un esame degli ormoni beta hCG, le viene detto quando sarà la sua data presunta del parto (DPP). Da quel momento comincia il conto alla rovescia e non sia mai si dovesse superare tale data! Si verrebbe considerate come “fuori termine” e da quel momento ogni giorno sembra non passare mai.
Di solito questa fatidica data viene fuori facendo un calcolo in base alle ultime mestruazioni contanti 40 settimane oppure in base alla grandezza del feto durante la prima ecografia.
L‘80% delle madri partorisce dopo le 40 settimane. Inoltre anche se ci basiamo sulla data del parto in base alla durata media di un ciclo mestruale, che è di 28 giorni, sappiamo che non tutte le donne hanno un ciclo così. Alcune donne hanno un ciclo più lungo e altre un ciclo più breve.
La ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) sconsiglia, in una gravidanza fisiologica, qualsiasi intervento prima della fine delle 42 settimane. E sappiamo tutti che quasi nessuna struttura ospedaliera rispetta questa cosa, quindi se subite delle pressioni per indurre il parto utilizzate queste raccomandazioni perché è dannoso e inutile intervenire se tutto va bene, anzi si potrebbero creare dei danni importanti sia durante il travaglio che durante il parto.
Nessuno ha pensato che un bambino fatto nascere prima del suo tempo, potrebbe essere prematuro?
In alcuni ospedali, si fa un bilancio di salute alla 36ª settimana dove si fa un colloquio, si controllano gli esami, si visita l’ospedale e ci si ridà un appuntamento alla 41ª settimana, li in quella occasione iniziano i famosi controlli, che consistono di in una visita ginecologica, una visita ecografica, un tracciato e in un nuovo appuntamento dopo due giorni e di nuovo dopo altri due giorni fino ad arrivare (se siete fortunate) alla 41+5 giorno in cui verrete ricoverate e in qualche modo vi verrà indotto il parto.
I controlli dopo la dpp
Perché questi controlli si intensificano? Perchè non basta valutare il benessere fetale e materno con i conteggi dei movimenti e la misurazione della sinfisi fondo? Perché una mamma deve cominciare a porsi la domanda: “perchè non nasce?”, “perchè il mio bambino è pigro?” “Starà bene?”, “Perché il travaglio non parte?”, “Ho qualcosa di sbagliato?”.
Io trovo molto brutto tutto ciò perché si è persa la capacità di attendere, di ascoltare il proprio corpo, sentire il proprio bambino, di vivere gli ultimi momenti in due con gioia e serenità. Ogni bambino sa quando nascere, come sa come formarsi in modo perfetto, sa quale è il suo momento e come far scatenare tutti gli ormoni necessari all’avvio del travaglio.
Aumentare i controlli aumenta lo stress e questo inibisce l’inizio del travaglio. L’ideale sarebbe non pensare alla scadenza, ma mettersi in contatto col proprio bambino, lavorare sul respiro, immaginare il bambino tra le braccia e attendere.
Le induzioni farmacologiche che i protocolli ospedalieri offrono alle partorienti (a 41+3 o +5 o +6 a seconda delle strutture) possono essere serenamente rifiutati, accettando di sottoporsi solo ai controlli dello stato di benessere fetale. Fare una qualsiasi cosa, dal somministrare olio di ricino, allo scollamento delle membrane, fino alla somministrazione di ossitocina o prostaglandina, hanno una elevata probabilità che il tutto si concluda in un taglio cesareo.
Induzione farmacologica
Precisamente cosa viene offerto alla donna:
- Propess: fettuccia vaginale che rilascia localmente delle prostaglandine. Rimane in loco per 24 ore. Si esegue un tracciato prima e uno subito dopo l’applicazione di questa fettuccia. Si rimuove in caso di inizio travaglio, sofferenza fetale e effetti secondari quali nausea o vomito.
- Prepidil: gel vaginale che rilascia localmente prostaglandine. Possono essere effettuati 1 dosaggi ogni 6 ore fino ad un totale di 3. Si esegue un tracciato prima e uno subito dopo l’applicazione del gel in vagina. Appena posizionato bisogna stare sdraiate per 30 minuti.
- Ossitocina in flebo.
La pressione esercitata su una donna che va oltre il termine è altissima, e il rifiutare di programmare una induzione o addirittura un cesareo, va contro il parere di molti medici, ma la donna ha bisogno della sua libertà e di non avere condizionamenti esterni che le impediscano di arrivare all’avvio del travaglio serenamente e autonomamente. Un esempio: una donna che desidera un VBAC, un parto spontaneo dopo un cesareo, ha programmato un travaglio di prova, già questa dicitura può buttare nello sconforto la gravida.
Tenete sempre in considerazione, che il travaglio parte quando il bambino è pronto.
Le induzioni farmacologiche non funzionano sempre
Questo perchè l’ormone principale, protagonista del travaglio, è l’ossitocina e viene prodotto con il contatto fisico, con un contatto fisico piacevole. Cosa che difficilmente molte visite vaginali, ore di tracciati, scollamenti di membrane e continui appuntamenti in ospedale possano essere.
Affidatevi ad una ostetrica per tutta la durata della gravidanza e fatevi supportare nelle vostre scelte informate e fatevi informare sulle vostre possibilità di scelta e fate in modo che sia lei insieme all’ospedale dove avete scelto di partorire, che controlli il benessere fetale e il vostro così da arrivare serene e consapevoli a qualsiasi strada che si sceglie di percorrere.