La perdita del tappo mucoso è un evento del tutto normale in gravidanza, che avviene quando il collo dell’utero (detto anche cervice uterina) inizia a dilatarsi in preparazione al parto. Non tutte le donne lo notano, ma se riuscirai a osservarlo saprai che il momento di abbracciare il tuo bambino non è poi così lontano!
In questo articolo, ti spieghiamo tutto quello che è importante sapere sul tappo mucoso: cos’è, a quante settimane si perde (e dopo quanto inizia il travaglio), come riconoscerlo e quando preoccuparsi.
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Tappo mucoso: cos’è e a cosa serve?
Il tappo mucoso è una sostanza gelatinosa che si forma all’interno del collo dell’utero a inizio gravidanza. Il suo scopo è quello di sigillare e proteggere la cavità uterina dalla risalita di microbi presenti in vagina, come virus, funghi e batteri, impedendo che arrivino al bambino.
Quando il collo uterino inizia a dilatarsi (ossia ad aprirsi e ammorbidirsi per prepararsi al passaggio del bambino), il tappo mucoso viene espulso per intero o gradualmente: questo evento prende il nome di perdita del tappo mucoso.
Quando si perde?
Generalmente la perdita del tappo mucoso non avviene prima delle 37 settimane di gravidanza, ma ogni gravidanza è a sé. L’espulsione può verificarsi anche giorni o settimane in anticipo rispetto alla data presunta del parto e perfino a travaglio iniziato.
Se il tappo mucoso viene perso prima delle 37 settimane, tuttavia, è sempre bene avvisare il ginecologo o l’ostetrica per escludere la presenza di problemi, come il rischio di un parto pretermine.
Ma.. si perde sempre?
Sì, il tappo viene sempre espulso prima della nascita del bambino. Tuttavia, non sempre è possibile accorgersene, specialmente se la perdita avviene poco alla volta o dopo l’avvio del travaglio.
Perdita del tappo mucoso: quanto manca al parto?
Una volta perso il tappo mucoso, potrebbero trascorre ore, giorni e perfino settimane (1 o 2 al massimo) prima che inizi il travaglio.
Questo evento infatti non è un segno certo di inizio delle contrazioni, ma solo un’indicazione che il collo dell’utero ha iniziato a dilatarsi e a prepararsi per il parto.
Come riconoscere la perdita del tappo mucoso?
A differenza delle perdite bianche tipiche della gravidanza, il tappo mucoso ha un aspetto gelatinoso e compatto, filante o appiccicoso.
Il colore può essere bianco opaco, giallo o trasparente, con possibili striature di sangue rosa o marrone.
La quantità (se perso “in blocco”) corrisponde solitamente a circa due cucchiai.
Per vedere delle immagini del tappo mucoso, clicca qui. Attenzione però: le fotografie potrebbero essere sgradevoli!
Perdita del tappo mucoso: cosa fare e quando preoccuparsi?
La perdita del tappo mucoso è un “sintomo”normale a fine gravidanza. Per questo, generalmente non è necessario chiamare il ginecologo o l’ostetrica, né tantomeno recarsi in ospedale.
Esistono però alcune situazioni in particolare in cui è importante rivolgersi al medico:
- la perdita del tappo è avvenuta prima delle 37 settimane di gravidanza. Se questo dovesse succedere, è bene contattare il ginecologo o l’ostetrica.
- il muco ha un colore verdognolo o è maleodorante. Queste caratteristiche indicano generalmente la presenza di un’infezione, che deve essere subito segnalata al medico;
- la perdita del tappo è accompagnata da abbondanti perdite di sangue rosso vivo o scuro, simile a una mestruazione. In questo caso, è essenziale recarsi subito al pronto soccorso per eseguire tutti gli accertamenti necessari.
Per qualsiasi dubbio o insicurezza, raccomandiamo comunque sempre di contattare il ginecologo o l’ostetrica di fiducia, che sapranno fornire tutte le risposte e le indicazioni necessarie. Ad esempio potrebbero suggerire di monitorare altri segni del travaglio, come la comparsa di contrazioni regolari e dolorose, che aumentano di intensità e durata.
Domande e risposte
Dopo la perdita del tappo mucoso il bambino è più a rischio di infezioni?
No, perché continuerà ad essere protetto dal sacco amniotico fino al momento della rottura delle acque.
Ho perso il tappo mucoso: posso continuare ad avere rapporti sessuali?
In assenza di particolari controindicazioni del medico, è possibile continuare l’attività sessuale fino alla fine della gravidanza (tranne che in caso di rottura prematura delle membrane).
Molti ginecologi e ostetriche, tra l’altro, incoraggiano le coppie ad avere rapporti completi nelle ultime settimane di gravidanza proprio come “metodo naturale” per favorire l’inizio del travaglio.
Fonti
- Cleveland Clinic: “Mucus Plug”. Last reviewed on 07/06/2021. [Ultimo accesso: settembre 2022]
- American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG): “How to Tell When Labor Begins”. Last reviewed on November 2021. [Ultimo accesso: settembre 2022]