Dopo la conferma della gravidanza, una delle prime curiosità dei futuri genitori è quella di sapere se il bebè in arrivo sarà un maschietto o una femminuccia. Ma come scoprirlo il prima possibile? Sul web esistono molte teorie a riguardo, scientifiche e non, e alcune di queste riguardano proprio la posizione della placenta.
In particolare, si crede che in caso di placenta posteriore sia più probabile aspettare un maschio, mentre con una placenta anteriore sia più probabile avere una femmina.
Secondo un’altra ipotesi, invece, è il lato su cui si inserisce la placenta a indicare il sesso del bambino: se si trova a destra, il futuro bebè sarà un maschietto, mentre se si trova a sinistra, nascerà una femminuccia.
Ma cosa si intende per placenta posteriore, anteriore o laterale? E cosa c’è di vero in queste teorie?
Indice
Posizione della placenta: cos’è e come scoprirla
La placenta è un organo fondamentale per lo sviluppo del bambino, che aderisce a una delle pareti dell’utero e si collega al feto tramite il cordone ombelicale.
Per svolgere le sue funzioni, la placenta può inserirsi in qualsiasi punto delle pareti uterine, tra cui:
- parete posteriore (tra feto e schiena), per cui si parlerà di placenta posteriore;
- parete anteriore (tra feto e pancia), per cui si parlerà di placenta anteriore;
- parete laterale (a destra o a sinistra), per cui si parlerà di placenta laterale.
La posizione della placenta viene valutata attraverso le normali ecografie che si eseguono in gravidanza. Questi esami, infatti, servono anche a valutare il corretto inserimento della placenta.
Placenta posteriore e placenta anteriore: maschio o femmina?
Secondo una delle teorie sopra citate, le donne con placenta posteriore avrebbero maggiori probabilità di aspettare un maschio. Al contrario, quando la placenta è anteriore sarebbe più probabile la nascita di una femmina.
Questa ipotesi è stata esaminata da uno studio del 2014, che ha analizzato la posizione della placenta di 200 donne incinte. I risultati hanno evidenziato la presenza di una placenta anteriore nel 72,8% dei neonati di sesso femminile, rispetto al 27,2% dei neonati maschi.
Questa indagine sembrerebbe quindi avvalorare questa teoria. In realtà, tuttavia, un unico studio condotto su un numero di casi così ristretto non è sufficiente a supportare questa ipotesi. Per questo, gli autori hanno concluso che, sebbene sia stata evidenziata un’associazione significativa tra posizione della placenta e sesso del bambino, servono ulteriori studi su campioni di donne più ampi per trarre delle conclusioni attendibili.
Ad oggi, quindi, possiamo dire che la ricerca non supporta questa teoria.
Placenta laterale destra e sinistra: maschio o femmina?
Secondo il cosiddetto metodo Ramzi (dal nome del medico che l’ha proposta nel 2011), quando la placenta è inserita sul lato destro, è più probabile avere un maschio, mentre quando si trova sul lato sinistro, è più probabile avere una femmina.
Questa teoria, tuttavia, non è stata pubblicata su un giornale scientifico, bensì su un blog (ObGyn.net). Inoltre, l’articolo che la presentava nel dettaglio è stato rimosso.
Attualmente, la ricerca non supporta il metodo Ramzi, considerato privo di validità scientifica.
Esiste un modo per sapere con certezza il sesso del bambino?
L’ecografia del secondo trimestre, detta anche ecografia morfologia o strutturale, è un metodo affidabile per sapere se il fiocco sarà rosa o azzurro (purché il bambino sia collaborante!)
Inoltre, alcuni esami eseguiti per indagare la presenza di anomalie cromosomiche del feto sono in grado di identificare precocemente il sesso del nascituro:
In conclusione
Cercare di prevedere il sesso del bambino basandosi su queste teorie o altre credenze popolari può essere un passatempo divertente. Questi metodi, tuttavia, non hanno alcuna validità scientifica.
Per questo, prima di scegliere il corredino del futuro bebè o il colore della cameretta, meglio avere un po’ di pazienza e attendere l’esito di un esame attendibile.
Fonti
- Mohammad Jafari R, Barati M, Bagheri S, Shajirat Z. Fetal gender screening based on placental location by 2-dimentional ultrasonography. Tehran Univ Med J. 2014; 72 (5) :323-328