Anche se la gravidanza non è una malattia, purtroppo non sempre le cose procedono senza problemi. Alcuni di questi, in particolare, possono essere molto insidiosi e, se non riconosciuti tempestivamente, possono mettere a rischio la salute della mamma e del bambino.
Tra questi troviamo la preeclampsia (in passato conosciuta come gestosi gravidica), una complicazione piuttosto rara della gravidanza che colpisce dal 3 al 7% delle future mamme e che generalmente si manifesta dopo la 20a settimana.
Indice
Cos’è la preeclampsia?
La preeclampsia è una malattia caratterizzata da uno o più dei seguenti disturbi:
- edema (accumulo di liquido nei tessuti con conseguente gonfiore);
- proteinuria (eccessiva quantità di proteine nelle urine);
- ipertensione (pressione sanguigna elevata).
Per questo motivo, tra i controlli e gli esami della gravidanza, il ginecologo procederà regolarmente a misurare la pressione della futura mamma.
Quali sono i sintomi della preeclampsia?
La preeclampsia si presenta principalmente con il rialzo della pressione sanguigna. Oltre a questo e a un’elevata presenza di proteine nelle urine, occorre prestare attenzione ai seguenti sintomi:
- gonfiore improvviso, specie se al viso, al collo, alle mani o ai polsi
- mal di testa forte e prolungato
- disturbi della vista (visione offuscata o lampi visivi)
- nausea e vomito
- forte dolore sotto le costole
- tremore delle mani
- eccessivo aumento di peso (oltre 5 kg in una settimana)
In presenza di uno o più sintomi tra quelli sopraelencati, è importante rivolgersi immediatamente al ginecologo.
In aggiunta, poiché alcuni di questi sintomi, come il gonfiore, la nausea o il mal di testa, possono essere scambiati per normali disturbi della gravidanza, è bene tenere sempre monitorata la pressione sanguigna e sottoporsi regolarmente agli esami clinici prescritti dal proprio medico.
Quali sono le cause della preeclampsia?
Attualmente non esistono studi in grado di stabilire con certezza le cause della preeclampsia; tuttavia, è stato osservato che hanno una maggiore probabilità di svilupparla le future mamme che presentano almeno uno dei seguenti fattori di rischio:
- età superiore a 35 anni
- essere alla prima gravidanza
- diabete preesistente o gestazionale
- ipertensione o malattie renali preesistenti
- obesità
- gravidanza gemellare
- preeclampsia in una precedente gravidanza
- altri casi di preeclampsia in famiglia
- malattie autoimmuni
Come si cura la preeclampsia?
Ad oggi, l’unica vera “cura” della preeclampsia resta il parto. Per questo, le future mamme che soffrono di questa patologia vengono regolarmente monitorate finché non sia possibile far nascere il bambino.
La preeclamsia può avere diversi livelli di gravità. In caso di preeclampsia lieve, solitamente si programma un parto indotto dopo la 37a settimana di gravidanza. Nei casi più gravi, però, il ginecologo potrebbe richiedere un parto d’urgenza entro la 34a settimana o anche prima.
Dopo la nascita del bambino, si dovrà continuare a monitorare la pressione sanguigna, che dovrebbe tornare ai valori normali nell’arco di 30 giorni e a volte anche di qualche mese. In alcuni casi, inoltre, potrebbe essere necessario seguire un’apposita terapia farmacologica.
Si può prevenire la preeclampsia?
Attualmente, non si conoscono rimedi efficaci per prevenire questa patologia.
La cosa più importante è controllare la presenza di eventuali fattori di rischio, migliorare lo stile di vita, alimentarsi in modo corretto e monitorare parametri come la pressione e la proteinuria.
Per questa ragione, se sei un soggetto a rischio o se avverti sintomi che potrebbero far sospettare una preeclampsia, non esitare a informare il tuo ginecologo.