E’ causata dal rubeovirus e in genere ha un decorso tranquillo manifestandosi con il gonfiarsi dei linfonodi e con macchie rosacee sparse su tutto il corpo. Guarisce in pochi giorni.
Vi chiederete come mai è da anni in corso una campagna di vaccinazione contro la rosolia rivolta a tutte le bambine nonostante non sia una malattia con particolari complicazioni nei piccoli.
Il pericolo in gravidanza della rosolia
Il motivo è semplice. La rosolia se presa in gravidanza può essere trasmessa attravverso la placenta e quindi raggiungere il feto. I rischi sono maggiori più precocemente si contrae la malattia nel corso della gravidanza.
Se una donna incinta contrae la rosolia nel primo trimestre può incorrere in aborto spontaneo, oppure il feto può andare incontro a malformazioni, cecità, problemi all’udito, difetti cardiaci o ritardo mentale.
Sono quindi conseguenze molto gravi.
La vaccinazione veniva fatta a 10 anni, quindi molte di voi l’avranno fatta a quell’età anche se negli ultimi anni viene proposta all’interno del vaccino trivalente che viene proposto a 15-18 mesi di età.
Come si fa a sapere se si è immuni alla rosolia?
Se si è già avuta la malattia si è immuni. Se siete state vaccinate, oppure non sapete sa avete avuto o meno il virus in questione, quando si decide di avere un bambino tra gli esami preconcezionali è previsto anche il rubeotest.
Tale esame è compreso anche tra i primi esami richiesti quando si è in dolce attesa.
Il rubeo-test serve per verificare o meno la presenza di anticorpi IgG e IgM contro il virus della rosolia. In genere molte donne sono immuni alla malattia (possiedono immunoglobuline G positive e IgM negative) o perché hanno contratto il virus o perché già vaccinate.
Se potete rimandare la gravidanza, vaccinatevi prima della gravidanza
Se entrambe sono negative allora il rubeotest va fatto ogni mese, almeno fino al 5° perchè dopo tale periodo il rischio di danni fetali è basso.
Se dovessero comparire anticorpi IgM in gravidanza bisogna fare esami più approfonditi per poter escludere il passaggio del virus al feto.
Come prevenire la rosolia se non siete immuni?
Se si è in gravidanza e si scopre di non essere immuni alla rosolia, ci sono alcuni accorgimenti da mettere in pratica per evitare il contagio (che avviene tramite goccioline di saliva infette).
Sono accorgimenti difficili da applicare anche perché è molto contagiosa e anche nei bambini si fatica a individuare e diagnosticare la malattia. Se poi si lavora a contatto con bambini che potrebbero avere la rosolia e quindi essere infettivi, l’attenzione va ulteriormente aumentata.
Cosa fare: lavarsi frequentemente le mani, non usare gli stessi bicchieri, piatti e posate dei bambini (neanche dei nostri figli, se non sono vaccinati o immunizzati). Se avete il sospetto che qualcuno abbia la rosolia, evitate nel modo più assoluto di avvicinarvi. Ad esempio non andate a fare visita ad amici con bambini piccoli quando sapete che sono ammalati e che potrebbero avere una delle malattie esantematiche.
Il contagio può avvenire fin dai 7 giorni prima che si manifesti l’eruzione cutanea e fino a 8 giorni dopo la sua scomparsa. Sono proprio quei sette giorni iniziali senza particolari sintomi che rendono facile il contagio.
Gravidanza dopo la vaccinazione per la rosolia?
Se una donna ha in programma una gravidanza, dovrà attendere un mese dopo la vaccinazione antirosolia ed in ogni caso non gusta un consulto con il proprio medico di base o il proprio ginecologo.