Tatuaggi in gravidanza: si possono fare?

La dolce attesa non è il momento ideale per fare (o togliere) un tatuaggio, nessun problema invece per i tatuaggi preesistenti. Ecco perché.

I tatuaggi sono una forma di body art ormai molto diffusa in Italia, sia tra i giovani che tra i meno giovani. Si tratta infatti di una pratica considerata relativamente sicura, anche se in circa il 3% dei casi possono verificarsi complicazioni di vario grado come infiammazione, reazioni allergiche o infezioni.

In questo articolo, vogliamo rispondere ad alcune delle domande più frequenti sui tatuaggi in gravidanza: si possono fare o rimuovere nel corso dei nove mesi? Le donne che li hanno corrono maggiori rischi o devono avere attenzioni particolari in gravidanza? E se il tatuaggio è sulla schiena, si può fare l’epidurale? Ecco tutte le risposte.

Si possono fare i tatuaggi in gravidanza?

Anche se i tatuaggi sono considerati una pratica sicura, purché eseguiti da professionisti esperti e scrupolosi, è consigliabile evitare di farli in dolce attesa.

Il motivo è molto semplice. Attualmente, infatti, non esistono studi che abbiano valutato la sicurezza dei tatuaggi in gravidanza. In aggiunta, esistono dei possibili rischi che durante la gestazione sarebbe opportuno evitare, sia per la mamma che per il bambino.

  • Infezioni: tralasciando il rischio i contrarre infezioni anche gravi, come epatite o HIV, legati all’uso di materiali e strumenti non sterili, bisogna comunque considerare che i tatuaggi provocano una ferita a carico della pelle. Questo significa che i tatuaggi, come qualunque altra lesione, possono infettarsi e causare problemi a livello della cute e perfino in altre aree del corpo. Poiché il sistema immunitario tende a reagire in modo meno efficace durante la gravidanza, è meglio ridurre il più possibile i rischi. 
  • Reazioni allergiche: un altro problema da considerare è il rischio di allergia agli inchiostri utilizzati per il tatuaggio, che può aumentare a causa della maggiore sensibilità della pelle in gravidanza.
  • Conseguenze sul feto: alcune indagini hanno documentato la presenza di impurità, metalli pesanti e perfino batteri negli inchiostri utilizzati per i tatuaggi. Questi agenti, sebbene presenti in minima quantità, potrebbero avere conseguenze sullo sviluppo del feto.
  • Risultato estetico: in ultimo, esiste anche il rischio che il tatuaggio non mantenga l’aspetto desiderato dopo la nascita del bambino (soprattutto se eseguito in zone come pancia o seno). In dolce attesa, infatti, la pelle della futura mamma subisce dei cambiamenti in seguito all’aumento di peso e alle modificazioni corporee legate alla gravidanza, che si risolvono dopo il parto e possono influire sul disegno del tatuaggio.

I tatuaggi esistenti possono causare problemi in gravidanza?

Se il tatuaggio è guarito non dovrebbe causare alcun problema per mamma e bambino durante la gestazione.

Il rischio, tuttavia, è che il disegno subisca una deformazione a causa dell’aumento di peso e di volume di alcune zone corporee o per la comparsa di smagliature.

In ogni caso, in presenza di prurito o irritazione in corrispondenza del tatuaggio, è consigliabile consultare il medico.

Si può fare l’epidurale se si ha un tatuaggio sulla schiena?

La risposta è sì. L’anestesista avrà la precauzione di inserire il catetere in una zona priva di pigmento o, se questo non è possibile, di effettuare una piccola incisione chirurgica. In questo caso, però, è possibile che la futura cicatrice modifichi leggermente il disegno del tatuaggio.

Si può rimuovere un tatuaggio in gravidanza?

Anche in questo caso il consiglio e di aspettare per i possibili rischi al bambino.

Lo strumento più utilizzato per rimuovere i tatuaggi è infatti il laser, che agisce degradando l’inchiostro in piccole particelle che vengono assorbite e quindi eliminate dall’organismo.

Il pericolo, in questo caso, è quindi l’esposizione del feto alle particelle assorbite.

Per quanto riguarda invece creme e altri trattamenti per sbiadire i tatuaggi, non esistono prove della loro sicurezza in gravidanza e sono pertanto da evitare.

Fonti