Essere incinta non significa rinunciare alle vacanze! In assenza di specifiche controindicazioni del ginecologo, infatti, viaggiare in gravidanza non è assolutamente vietato, a patto di adottare qualche piccolo accorgimento.
Il secondo trimestre è il momento ideale per partire: nausea e stanchezza dovrebbero essere ormai scomparse e il pancione non dovrebbe avere ancora dimensioni troppo ingombranti.
E per quanto riguarda il mezzo di trasporto da utilizzare? L’auto può essere più adatta per dei tragitti più brevi, mentre l’aereo e il treno sono più indicati per le lunghe distanze.
In ogni caso, è importante ricordare che viaggiare in gravidanza può essere fonte di stress o di affaticamento, e per questo è importante pianificare bene gli spostamenti e concedersi frequenti pause di riposo.
Viaggiare in macchina in gravidanza
Se scegli di viaggiare in automobile, programma delle soste frequenti (almeno una ogni ora) per passeggiare un po’ e riattivare la circolazione (oltre che per andare in bagno!).
Ricorda inoltre di utilizzare sempre la cintura di sicurezza: diversi studi hanno dimostrato che, in caso di incidente, i danni associati al mancato uso della cintura sono più gravi rispetto a quelli che potrebbero essere provocati dalla cintura stessa.
Ma come posizionarla correttamente? La cintura inferiore deve passare sotto il pancione, mai sopra, mentre quella superiore deve essere posizionata tra i seni e di lato alla pancia.
Per un maggiore confort, è possibile acquistare dispostivi e adattori specifici, avendo cura di controllare che si tratti di prodotti certificati e realizzati secondo le attuali normative.
Viaggiare in aereo in gravidanza
In assenza di controindicazioni da parte del ginecologo, le future mamme possono volare in sicurezza fino alla trentaseiesima settimana (trentaduesima in caso di gravidanza gemellare).
Se non sai a che settimana sei, puoi utilizzare il nostro calcolatore delle settimane di gravidanza.
Le donne in attesa che viaggiano in aereo dovrebbero alzarsi per una passeggiata almeno una volta ogni 60 minuti e di muovere spesso gambe e piedi. Oltre ad alleviare il gonfiore, questi accorgimenti sono utili anche per ridurre il rischio di trombosi venosa: secondo diversi studi, infatti, rimanere immobili per più di 4 ore consecutive aumenta lievemente la probabilità che si formino pericolosi coaguli di sangue a livello delle gambe.
Per questo motivo, in caso di viaggi molto lunghi in condizioni di immobilità forzata, è consigliabile indossare delle calze a compressione graduata per favorire il ritorno venoso.
Viaggiare in treno in gravidanza
Il treno è forse il mezzo di trasporto più confortevole per viaggiare in gravidanza, in tutti e tre i trimestri. Oltre a poter prenotare il posto che si ritiene più comodo, è possibile passeggiare per sgranchirsi le gambe e andare alla toilette ogni volta che lo si desidera.
Durante i viaggi in treno in gravidanza, non vi sono particolari indicazioni da seguire. Un suggerimento è quello di preferire gli scompartimenti centrali, lontano dai carrelli, le cui scosse che potrebbero risultare fastidiose.
Viaggiare in nave in gravidanza
Se hai scelto di viaggiare in nave, è importante ricordare che:
- dopo il 6° mese
- in presenza di complicazioni della gravidanza
- in caso di gravidanza gemellare
alcune compagnie di navigazione richiedono un certificato obbligatorio rilasciato dal medico curante non più di 7 giorni prima della partenza e non più di 7 giorni prima del ritorno.
Altre richiedono in aggiunta di firmare un documento di manleva, mentre altre ancora non permettono alle mamme in attesa di viaggiare 7 giorni prima della data presunta del parto e 7 giorni dopo la nascita del bambino.
Prima di acquistare il biglietto, quindi, è importante informarsi bene sulle norme previste per le donne in gravidanza dalla compagnia scelta.
Per quanto riguarda il viaggio in sé, potrebbe essere consigliabile evitare i lunghi tragitti, specialmente nel primo trimestre: il moto ondoso, infatti, potrebbe provocare o accentuare il senso di nausea.
Per evitare il rischio di mal di mare, porta con te dei cibi secchi da sgranocchiare. In aggiunta, puoi provare a indossare i braccialetti antinausea appositamente venduti in farmacia o chiedere consiglio al tuo medico.
Viaggiare in gravidanza: dove andare?
Vacanze al mare in gravidanza
Tutti conosciamo i benefici del mare, in gravidanza e non. Lo iodio, le lunghe passeggiate, il clima ventilato possono che portare benefici sia all’umore che al fisico della futura mamma. Ricordati però di non esporti al sole nelle ore più calde della giornata e di utilizzare sempre una crema solare ad alta protezione per evitare il cloasma gravidico.
Vacanze in montagna in gravidanza
Le passeggiate all’aria aperta, il clima mite, il contatto con la natura: tutti questi aspetti portano molte future mamme a decidere di trascorrere le proprie vacanze in montagna.
Se sei tra queste, presta attenzione all’altitudine. Generalmente, se la mamma è in salute e la gravidanza procede senza complicazioni, viaggiare fino a 2000 metri sopra il livello del mare è generalmente considerato sicuro. Il consiglio, però, è quello di fare delle pause durante il tragitto, per dare al fisico il tempo di abituarsi alla differenza di altitudine.
Vacanze all’estero o in mete esotiche
Questi tipi di viaggi sono sconsigliati in dolce attesa, a causa della necessità di vaccinazioni (non sempre compatibili con la gravidanza), delle possibili condizioni igieniche non idonee, dei servizi offerti magari lontani dalla zona di villeggiatura e del clima non favorevole.
Cogliamo l’occasione per ricordare anche che alcune attività di svago non sono adatte a una donna in attesa, come le immersioni, lo sci o i parchi divertimento.
Viaggiare in gravidanza: cosa portare?
- Cartella clinica e numero del tuo ginecologo o dell’ostetrica di fiducia
- Indirizzo di un ospedale o di un consultorio nella zona dove soggiornerai
- Protezione solare per prevenire la formazione di macchie scure sul viso o sul corpo
- Acqua naturale a temperatura ambiente
- Frutta o piccoli snack per prevenire la nausea
- Fascia contenitiva per sostenere la pancia, in caso di dolore lombare o al pube