Anche se la gravidanza non è una malattia, è importante che le donne in attesa si sottopongano ad alcuni controlli. Le visite in gravidanza, infatti sono fondamentali per monitorare la salute di mamma e bambino e verificare che tutto stia procedendo per il meglio.
In aggiunta, questi appuntamenti permettono di programmare con anticipo gli esami e le ecografie da eseguire, e offrono alle future mamme la possibilità di esporre dubbi e preoccupazioni, in modo da affrontare il percorso nascita con maggiore serenità e consapevolezza.
Quante sono le visite da fare in gravidanza?
Secondo le Linee guida della gravidanza fisiologica dell’istituto Superiore di Sanità, il numero delle visite offerte alle donne in gravidanza non dovrebbe essere inferiore a quattro.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), da parte sua, raccomanda un numero di otto visite e di almeno un’ecografia nel corso dei nove mesi.
In Italia, solitamente, è prassi effettuare una visita al mese, Inoltre, il nostro Servizio Nazionale offre gratuitamente due ecografie (nel primo e nel secondo trimestre), oltre all’ecografia per lo studio della translucenza nucale del feto. Nel terzo trimestre, invece, l’ecografia è esente ticket solo in presenza di fattori di rischio per la mamma o per il bambino.
Visita ginecologica interna in gravidanza: è sempre necessaria?
Le visite interne in gravidanza non vengono necessariamente eseguite a ogni appuntamento.
È importante eseguirne una al primo incontro, per verificare le condizioni del collo dell’utero. Successivamente, tuttavia, in assenza di complicazioni o disturbi, per controllare la crescita dell’utero può essere sufficiente palpare l’addome dall’esterno e, a partire dalla 24a settimana, misurare il fondo uterino.
Visite da fare in gravidanza nel primo trimestre
Il primo trimestre termina a 12 settimane + 6 giorni.
La prima visita ginecologica in gravidanza (detta anche prima visita ostetrica) dovrebbe essere eseguita entro le prime 10 settimane, anche per favorire una migliore datazione della gravidanza.
Rispetto agli incontri successivi, questo appuntamento ha una durata maggiore, per consentire una valutazione approfondita dello stato di salute della donna. Durante la prima visita, infatti, si indaga la storia clinica della futura mamma e, in presenza di fattori di rischio, si programmano degli esami specifici.
Nel corso dell’incontro, si esegue una visita ginecologica interna, si misura la pressione arteriosa e si valuta l‘indice di massa corporea. In aggiunta, viene proposto un esame citologico vaginale (Pap-test), se non eseguito nei tre anni precedenti.
Tutte le informazioni ottenute, vengono registrate sulla cartella della gravidanza. Questo importantissimo documento verrà consegnato alla futura mamma e dovrà essere portato ad ogni visita, oltre che al momento del parto.
Come si svolgono le visite nel primo trimestre di gravidanza?
Durante questo incontro, la futura mamma dovrebbe ricevere tutta una serie di informazioni che le permetteranno di aver chiaro l’intero percorso da seguire, compreso il numero di visite previsto, le tempistiche e il contenuto degli incontri.
In aggiunta, il ginecologo o l’ostetrica dovrebbero fornire indicazioni su:
- l’alimentazione e lo stile di vita da seguire;
- i possibili sintomi della gravidanza e la loro gestione;
- i test di screening e di diagnosi prenatale per individuare eventuali anomalie congenite del feto;
- i corsi di accompagnamento alla nascita;
- le norme di legge che tutelano la maternità e la paternità.
Inoltre, si dovrebbe ricordare alla futura mamma di programmare per tempo l’ecografia morfologica, che si effettua tra la 19a e la 21a settimana di gravidanza.
Sempre in questo incontro, la donna in attesa dovrebbe avere la possibilità di esprimere le proprie incertezze e di porre tutte quelle domande che, per una donna che si accinge ad affrontare una gravidanza (non importa se la prima o le successive), sono fondamentali per sentirsi più tranquilla.
Esami e controlli da programmare
Alla prima visita o a breve distanza di tempo, si dovrebbero illustrare e pianificare gli esami da fare a inizio gravidanza.
A questo proposito, le linee guida dell’ISS sottolineano che tutti i controlli e le analisi dovrebbero essere organizzati in modo tale da ridurre ogni possibile disagio per la futura mamma.
Per questo motivo, quando possibile, i test e gli accertamenti raccomandati dovrebbero essere eseguiti durante gli incontri previsti. Inoltre, gli esami da fare dovrebbero essere pianificati in modo tale che i risultati siano disponibili per l’appuntamento successivo.
Durante la prima visita, verrà indagato anche se futura mamma ha già ricevuto la vaccinazione anti SARS-COV-2/COVID-19. In caso contrario, si valuterà se e quando procedere alla somministrazione, che verrà eseguita con vaccini a mRNA.
Visite da fare in gravidanza nel secondo trimestre
Il secondo trimestre inizia a 13+0 settimane e termina a 27+6 settimane di gravidanza.
Le visite di questo periodo hanno lo scopo di valutare e discutere con la futura mamma gli esiti delle analisi eseguite nel primo trimestre.
In base ai risultati degli esami:
- si identificano le donne che non rientrano nei parametri di una gravidanza fisiologica e si rivede il piano di assistenza;
- se i livelli di emoglobina nel sangue sono inferiori a 10,5 g/100 ml, si valuta un’eventuale integrazione di ferro;
- in caso di rischio per il diabete gestazionale, si programma una curva glicemica, con tempi e modalità differenti a seconda dei fattori di rischio;
- nelle donne risultate non immuni, si richiedono nuovamente i test per la rosolia, la toxoplasmosi e il citomegalovirus (CMV)
Durante gli appuntamenti del secondo trimestre, si continua inoltre a monitorare la pressione arteriosa e il peso.
Come si svolgono le visite nel secondo trimestre di gravidanza?
Il ginecologo o l’ostetrica dovrebbero offrire adeguate informazioni sull’ecografia morfologica, sui suoi obiettivi e sull’interpretazione dei risultati. A questo proposito, è importante che la futura mamma abbia lo spazio e il tempo per esprimere i propri dubbi e le proprie preoccupazioni e per confrontarsi con il professionista.
Sarebbe inoltre opportuno ricordare alle donne interessate di effettuare l’iscrizione ai percorsi di accompagnamento alla nascita. In alcune strutture, infatti, i corsi pre-parto iniziano intorno a metà gravidanza.
Esami e controlli da programmare
Se l’ecografia morfologica dovesse evidenziare che la placenta copre completamente o in parte la cervice uterina (placenta previa), dovrebbe essere pianificata una ulteriore ecografia alla 32a settimana.
Visite da fare in gravidanza nel terzo trimestre
Il terzo trimestre inizia a 28+0 settimane e termina alla conclusione della gravidanza.
Durante i controlli di questo periodo, il ginecologo o l’ostetrica continueranno a esaminare e illustrare alla futura mamma gli esiti degli esami eseguiti, prestando particolarmente attenzione agli eventuali segni di anemia, alla pressione sanguigna e all’aumento di peso. Se la gravidanza non può più essere considerata fisiologica, si modificherà il piano di assistenza.
Laddove non venga eseguita un’ecografia, verrà inoltre misurata la distanza sinfisi-fondo (ossia la distanza tra la sinfisi pubica e il fondo uterino), per valutare la crescita del feto e la quantità di liquido amniotico.
Come si svolgono le visite nel terzo trimestre di gravidanza?
Come negli incontri dei trimestri precedenti, è importante che alla futura mamma venga riservato del tempo perché possa fare domande chiarire i suoi dubbi sulla gravidanza e sul parto.
Esami e controlli da programmare
In questo periodo vengono pianificati vari esami di routine, tra cui quello per l’HIV e la toxoplasmosi, e l’esecuzione di un tampone vagino-rettale per la ricerca dello streptococco beta emolitico (solitamente eseguito dopo la 35a settimana).
In aggiunta, tra la 28 e le 36 settimane, dovrebbe essere proposta la vaccinazione anti-pertosse, per proteggere il neonato dal rischio di infezione.
Inoltre, secondo le linee guida dell’ISS:
- alla 28a settimana dovrebbe essere offerta la profilassi anti-D a tutte le donne Rh (D) negative, per prevenire l’eventuale produzione di anticorpi materni contro i globuli rossi del feto;
- alla 32a settimana dovrebbe essere eseguita una nuova ecografia, se le precedenti hanno evidenziato che la placenta copre del tutto o in parte la cervice uterina;
- alla 32a-33a settimana, se il feto è podalico, è possibile valutare il ricorso alla tecnica di moxibustione, per favorire la posizione cefalica;
- alla 34a settimana, la futura mamma dovrebbe essere informata su come prepararsi al parto, riconoscere i sintomi del travaglio e gestire il dolore.
- alla 36a settimana dovrebbe essere nuovamente verificata la posizione del feto; inoltre, se il bambino si presenta ancora in posizione podalica, la futura mamma dovrebbe essere informata sulle manovre esterne di rivolgimento, che vengono solitamente eseguite a partire dalla 37a settimana di gravidanza. Sempre in questo periodo, la donna dovrebbe essere informata sull’allattamento al seno, sull’accudimento del bambino, sui test di screening e la profilassi con la vitamina K per il neonato e su come prendersi cura di sé dopo la nascita del bambino; in genere, tuttavia, è più frequente che questi argomenti vengano trattati durante il corso di accompagnamento alla nascita, piuttosto che durante le visite ostetriche.
- alla 40a settimana, infine, la futura mamma dovrebbe essere informata su come gestire la gravidanza oltre il termine.
Fonti principali
- Istituto Superiore di Sanità. Linee guida alla gravidanza fisiologica.
- World Health Organization. WHO recommendations on antenatal care for a positive pregnancy experience.